Matteo Ricci. Amicizia e ragione (vie della missione e della pace)” è il titolo dell’incontro dedicato alla figura di Matteo Ricci, gesuita marchigiano che tra il XVI XVII secolo aprì una nuova via di evangelizzazione nel Paese del Sol Levante di cui ancora oggi lo stesso popolo cinese riconosce l’alto contributo.

L’appuntamento, che si tiene venerdì 29 aprile alle 18 nella Sala dei Vescovi, in pizza Vescovado 7, è il terzo terzo incontro di avvicinamento al Festival Biblico di Verona, che prenderà ufficialmente il via il 19 maggio in Gran Guardia.

Protagonista dell’appuntamento Gianni Criveller, teologo e sinologo, residente nella “Grande Cina” da oltre 25 anni, uno dei massimi esperti al mondo dell’opera ricciana.

«Ricci fu il fondatore delle missioni moderne in Cina – anticipa Criveller(attualmente ricercatore all’Università di Hong Kong) – un uomo di pace e di giustizia che, senza mai farsi corrompere, seppe instaurare, attraverso il sapere scientifico, un reale incontro tra le due culture della dinastia Ming e il Rinascimento europeo».

Ricci, approdato a Macao nel 1582 (allora colonia portoghese), inaugurò il metodo “dell’accomodamento”, in quanto fondato sul confronto con le filosofie e le religioni locali a partire dalla ragione. «Nella cultura confuciana – spiega Criveller – Ricci identificò l’anima della cultura cinese e lo adottò come linguaggio comune, non tanto religioso, quanto morale-filosofica. Per Ricci la ragione confuciana e la filosofia di San Tommaso avevano quella base comune su cui costruire la predicazione del Vangelo».

La figura di Ricci è considerata come un Padre dai cristiani e una figura apprezzata da tutti i cinesi, persino delle autorità, in virtù della sua attività di divulgazione scientifica: «Secondo molti studiosi resta uno dei migliori uomini nella storia dell’umanità».

Nel corso dell’incontro Criveller racconterà la presenza della Chiesa Cattolica in Cina, controllata o contrastata, ma comunque feconda anche in un regime di “tolleranza”, non libertà, religiosa.



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