«Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio» (1Gv 4,7)
Nel 2024 il Festival Biblico festeggerà un compleanno importante: 20 anni di storia, di emozioni e di impegno quotidiano per dare vita a un Festival che parte dalle molteplici risorse del testo biblico per provare ad offrire chiavi di comprensione della contemporaneità.
agape: un tema trasversale alle Sacre Scritture
Per omaggiare l’intero corpo biblico in questo anno così speciale, il Festival ha scelto un tema trasversale a tutte le Sacre Scritture. Un tema potente nella sua essenzialità e quasi radicale per questi tempi: agape, la forma più espansiva dell’amore e allo stesso tempo sostanziale perché suggerisce un modo di abitare il mondo, a livello sociale e civile, rivelandosi nella concretezza delle relazioni della vita di ogni giorno.
Nelle Sacre Scritture, agape, termine che in origine significa “trattare con gentilezza” e nel Nuovo Testamento indica “l’amore di Dio e il modo di esistenza che proviene da un tale amore”, è resa visibile e narrata in piena luce nella storia di Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, ma la troviamo disseminata come tesoro prezioso e trama, talvolta nascosta, talaltra rilucente, in molte pagine della Bibbia. Agape rappresenta, quindi, un nucleo generativo e sintetico di tutta la rivelazione biblica e, in uno, dell’esperienza umana nel mondo.
«Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio» (1Gv 4,7). Il punto di partenza per la costruzione di un’edizione dedicata ad agape, sarà la prima lettera di Giovanni: un testo illuminante perché introduce agape in quanto stile, scelta di esistenza e, al contempo, ne riprende l’origine divina.
Di fronte al volto violento e bizzarro del mondo che abitiamo, agape indica come solo la carità e l’amore fraterno riescano a far filtrare un poco di luce. In questo senso possiamo riconoscere come l’annuncio biblico di agape non sia per alcuni, ma si offra a tutti, essendo in se stesso gentilezza, accoglienza, spazio per l’altro, comunicazione, dono di sé, apertura e disponibilità: «Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello» (1Gv 4,20-21).
Iniziative speciali e novità della ventesima edizione
La ventesima edizione segna un’evoluzione importante nella struttura del progetto promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo che diventa un vero e proprio Festival “a rete”: fanno, infatti, il loro ingresso le diocesi di Catania e Genova che vanno ad aggiungersi a quelle di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia e Alba.
Un Festival Biblico, quindi, che ribadisce la propria natura di progetto diffuso nei territori, non più solo a livello regionale, ma nazionale.
Ma per festeggiare questi 20 anni il Festival Biblico sta lavorando anche a diverse iniziative speciali che verranno presentate nei prossimi mesi e che si affiancheranno agli altri appuntamenti della stagione culturale.
Tra queste il Festival Biblico tech un unicum per l’edizione 20, che si svolgerà sabato 9 e domenica 10 novembre, a Vicenza, grazie alla consulenza scientifica di Massimo Cerofolini, giornalista Rai che cura e conduce il programma “Eta Beta” su RAI Radio1 dedicato agli impatti delle tecnologie sulla nostra vita.
Il Festival Biblico tech sarà un’esperienza innovativa che permetterà al pubblico di assistere a dialoghi e perfomance artistiche tra intelligenze umane “in carne e ossa” e macchine virtuali. Fino a dove potrà spingersi l’efficienza dell’intelligenza artificiale in rapporto a quella umana? In che maniera saranno trattati contenuti di norma appartenenti alle tradizioni spirituali? Queste saranno le questioni al centro del Festival Biblico tech, una proposta culturale, organizzata anche grazie ai fondi PNRR del bando TOCC per la transizione digitale, quanto mai importante per non smettere di allenare il pensiero critico a ciò che verrà e, in parte, già è.