
22 Mar In Principio? Le religioni e le origini del mondo
In Principio? Le religioni e le origini del mondo
di Enrico Riparelli
Sin dai tempi che hanno visto la nascita delle prime grandi civiltà, le religioni hanno manifestato un particolare interesse per l’interrogativo sulle origini del mondo, generato dalla necessità per l’essere umano di dare un senso complessivo a quanto esiste. Le risposte hanno preso perlopiù la forma di racconti sacri di fondazione – ossia di miti – in cui tra divinità, cosmo ed esseri umani si intreccia una stretta relazione, dalle tonalità non raramente drammatiche. Si presenta così uno spettro estremamente variegato di narrazioni, talmente significative da imprimere una impronta particolare alle culture.
Contrariamente alle convinzioni del passato, gli studi più recenti hanno mostrato quanto non si tratti affatto di semplici leggende, ma piuttosto di complessi simbolici densi di significato, di narrazioni sacre la cui autorità discende dall’essere state rivelate, cosicché – osservava il grande storico delle religioni Mircea Eliade – «conoscere i miti è imparare il segreto dell’origine delle cose». Ricordiamo che il documento Nostra aetate, promulgato dal Concilio Vaticano II al fine di fondare il dialogo con le altre religioni, è arrivato a riconoscere che «nell’induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia».
In considerazione del fatto che le società odierne sono sempre più caratterizzate da una pluralità di appartenenze culturali e religiose, l’interesse nei confronti dei racconti delle origini non si limita a una superficiale attrazione verso ciò che potrebbe apparire “esotico”. Tale attenzione vuole condurre, piuttosto, a un serio confronto con differenti visioni del mondo, così da comprenderne, per quanto possibile, il senso profondo.
La ben nota narrazione biblica sull’opera creatrice di Dio, va messa a confronto con le versioni di tradizioni religiose per le quali il mondo trova invece la sua origine in un atto compiuto da una pluralità di esseri divini; con altre per le quali il cosmo è una realtà eterna, priva di principio; nonché con tradizioni secondo cui la stessa questione del principio non trova una ragione sufficiente per essere posta. A riguardo della domanda sulla nascita del mondo, si può dunque scoprire la presenza di un ampio ventaglio di risposte, che si sottraggono, però, a qualunque tentativo di ricondurle a un denominatore comune.
In considerazione del fatto che il mito è in grado di parlare a tutte le epoche e latitudini, bisogna porsi la domanda sul senso di queste antiche narrazioni per l’uomo contemporaneo. Esse sono anzitutto la testimonianza più tangibile che l’umanità è dotata anche di forme di linguaggio e di pensiero non coincidenti con le procedure del metodo scientifico, ma che non per questo sono meno profonde ed efficaci. Ci indicano, poi, che se le società sono distinte da tratti culturali specifici, sullo sfondo di una tale pluralità occorre comunque riconoscere l’unità del genere umano. I racconti delle origini tengono desta, infine, la consapevolezza della nostra responsabilità nei confronti del creato, verso il quale siamo tutti chiamati a operare da “custodi”.