con Vittorino Andreoli (psichiatra)
modera Alessandro Tonon
In un mondo in cui la schiavitù consiste nel fare ininterrottamente le stesse cose, l’interruzione diventa una forma rivoluzionaria, un bisogno etico per ciascun individuo. Ecco allora che la dignità del riposo diventa la dignità del lavoro. Poniamo l’accento sulla scelta dello shabbat. Il significato primario ci riporta ai sinonimi di smettere, cessare. Per il mondo ebraico, coincide con il rapporto con il tempo, demarca, diventando qualcosa di quasi ossessivo: un richiamo a te stesso a non fare nulla per 24 h perché è Dio che è tenuto a svolgere le cose. Tutto va messo a riposo, ogni cosa riconducibile alla terra, al corpo e allo spirito. Ci ricorda dunque, che non siamo onnipotenti, e che è preferibile limitarsi, osservare una sosta, lasciando campo libero all’azione di Dio. Viene da chiedersi se non sia opportuno rafforzare un’abitudine allo shabbat, ad un ritmo di vita che preveda uno shabbat cadenzato, per osservare, capire meglio i fatti, gli accadimenti, e noi stessi dentro questa attualità.
A conclusione brindisi.
Ingresso con offerta responsabile, prenotazione consigliata.
In collaborazione con: La Chiave di Sophia
Si ringrazia: Banca della Marca Credito Cooperativo – Società Cooperativa, FALMEC